Firmato in basso a destra
Con cornice: cm. 83 x 99 x 7
Provenienza: collezione privata
Inizialmente costretto ad accettare un impiego notturno presso le poste per poter dipingere durante la giornata, dal 1944 lascia il lavoro riuscendo a vivere con i guadagni della pittura.
La sua prima esposizione personale si tiene nel 1945 presso la Galleria Prigent a Rouen e, sebbene sia tra gli artisti figurativi che si identificano con l’appellativo “Giovane pittura”, egli cerca sempre di salvaguardare l’indipendenza e la personalità, rifiutando qualsiasi concessione alle mode del momento.
Dopo aver conosciuto Emile-Othon Friesz, nel 1946 gli viene organizzata una nuova esposizione personale presso la Galleria Gosselin di Rouen.
Nel 1949 la città di Rouen acquista il primo dipinto di Sebire per il museo civico (Le port de Ouisrteham). Dopo due anni l’artista s’installa a Parigi e comincia a frequentare assiduamente il Louvre e il Museo Jeu de Paume, studiando profondamente le opere di Rembrandt, Courbet, Manet, Monet. Nel 1952 espone per la prima volta a Parigi, alla Galleria Visconti suscitando l’interesse del pubblico e della critica. In quest’occasione viene notato da Raymond Nacenta, direttore della famosa Galerie Charpentier, che lo invita ad esporre pochi mesi dopo in una collettiva insieme a Lorjou, Aïzpiri, Minaux e Yvonne Mottet. Ogni pittore è rappresentato da quattro tele e accompagnato da una prefazione di Pierre Mazars nel catalogo. L’anno seguente la sua opera Le thon viene scelta fra molte altre, da un gruppo di critici vincendo il Prix de la Critique (ex aequo con Yvonne Mottet) consistente in una borsa di studio di 50.000 FF, oltre ad un’esposizione presso la Galleria Saint-Placide di Parigi, presso la quale si era tenuta la selezione degli artisti.
A quel tempo Sébire dipingeva tele in cui dominavano grigi scuri e bianchi, color terra e verdi, illuminati a volte da rossi smorzati. All’interno di composizioni solide e spesso costruite audacemente, spiccano tratti netti e larghi. A René Baratte, critico del giornale “Figaro” Sébire aveva fatto una confidenza che esprime bene la sua aderenza alla pittura figurativa: “Io ammiro un pittore come Villon, che esprime plasticamente la sua vita interiore, ma io credo di amare troppo le cose di questo mondo per poter diventare, un giorno, astratto”. Sono questi anni fecondi; gli vengono affidate le decorazioni ed i costumi de “L’ange gris” per i balletti di De Cuevas, con musiche di Debussy; nel 1953 debutta all’Esposizione Nazionale di Belle Arti e al Salon des Tuileries e nel 1955 al Salon des Indépendants, dove esporrà regolarmente. Parte per la Spagna e al ritorno, nel 1956 la Galleria Charpentier gli organizza un’importante esposizione che rappresenta quattro anni di pittura con paesaggi della Normandia, della Spagna, del Sud della Francia, molte nature morte e ritratti. Ora la sua tavolozza tende a schiarirsi, pur mantenendo la solidità della struttura. Lo stesso anno debutta la Salon d’Automne a cui resterà fedele. Nel 1957 riceve l’importante Premio Greenshields, con il dipinto La dinde. Nel corso degli anni sessanta i suoi paesaggi sono caratterizzati da un lirismo contenuto, egli elabora un espressionismo razionale i cui effetti si appoggiano su composizioni ben strutturate. Nel 1965 espone per la prima volta negli Stati Uniti, a Palm Beach e poi a Chigago, Los Angeles, e New York. Tra le numerosissime mostre collettive alle quali partecipa si ricordano: nel 1957, alla Biennale des Jeunes Pavillon de Marsan di Parigi; Hommage à Corot a Viroflay; nel 1959 ad Abidjan alla mostra “Le petrole”; nel 1961 al V Salon de l’Union des Arts plastique du Havre; nel 1962 insieme a Picasso, Cocteau, Braye, Dufy alla Galleria 65 di Cannes; nel 1962 e 1964 alle mostre del Gruppo Pittori Contemporanei Figurativi organizzate dal giornale “Asahi” in Giappone; dal 1963 partecipa al Salon Comparaison e dal 1964 al Salon d’Honfleur e al Salon des Artistes français dove riceve la medaglia d’oro nel 1965 e il Grand Prix nel 1968.
Due importanti mostre retrospettive sono state a lui dedicate nel 1976 al Centro Culturale Le Mesnil-Esnard in Normandia e nel 1986 al Musée des Beaux-Arts di Rouen.
Il dipinto è in buone condizioni.
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