Romano Gazzera (1906-1985) Nappe di Cardinale, 1962

Romano Gazzera (1906-1985) Nappe di Cardinale, 1962
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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Romano Gazzera (1906-1985) Nappe di Cardinale, 1962"
Romano Gazzera (1906-1985) Nappe di cardinale, 1962, olio su tela applicata su masonite, cm. 90 x 70

Con cornice: cm. 113,5 x 95 x 7,5

Autentica: dell'artista su fotografia, 22/10/1975

Mostre: “Le grandi firme” (Torino, Galleria Magimawa, 1974)

Pubblicazioni: Romano Gazzera, a cura di L. Budigna e G. Mascherpa, Milano, Arti Grafiche Ricordi, 1965, n° 54, cat. N. 470

Provenienza: Milano, Galleria Levi; Torino, Galleria Magimawa; Torino, collezione privata

Inizia a dipingere giovanissimo e, per assecondare la volontà del padre, Ministro della guerra, si laurea in lettere e giurisprudenza. Dopo aver esercitato per alcuni anni la professione di avvocato, la lascia per consacrarsi definitivamente alla sua vera vocazione: la pittura.
Nel 1925-26 avviene il vero impatto con Parigi. Il Louvre, la contemplazione dei capolavori mondiali di tutti i tempi, le gallerie della “Rive Gauche”, i quartieri cari alla pittura di mezza Europa: Montparnasse, Pigalle, le cento teorie e idee nuove che facevano di Parigi la fucina degli artisti di tutto il mondo.
La successiva fase della sua vita artistica nasce, dunque, all'insegna della ricerca, di altri viaggi di studio, del peregrinare con spirito attento e consapevole nelle sale dei musei e delle gallerie di tutta Europa, per approfondire i grandi del Rinascimento ma soprattutto gli artisti spagnoli, da El Greco a Velasquez e a Goya.
Nel 1929 Gazzera viene invitato al Palazzo delle Esposizioni di Roma, nel 1931 e nel 1935 partecipa alla I e alla II Quadriennale d'Arte Nazionale, sempre a Roma, ed è presente in varie esposizioni alla Promotrice delle Belle Arti di Torino. Nel 1941 una sua personale a Milano conobbe un tale successo da affermarlo sul piano nazionale. Questa esposizione suscitò tanto rumore da far nascere il “caso Gazzera” in opposizione alla pittura ufficiale del “Novecento” ed il successo si dovette particolarmente alla qualità della sua pittura che continua, con un linguaggio attualissimo, la grande tradizione italiana, realizzando una serie di favole, ritratti, preziose nature morte.

Nel 1943, anno difficile per la storia d'Italia, Gazzera espone alla IV Quadriennale di Roma, dove i suoi dipinti, ospitati nel salone d'onore, raccolgono un successo ancora maggiore di quello ottenuto due anni prima a Milano. Nel 1946 nasce la folta schiera delle “scimmie in costume”, nel 1949 è la volta dei personaggi “orientali” e delle “battaglie” che diventeranno celebri l'anno successivo alla Bucintoro di Venezia nella prima Antibiennale organizzata da Gazzera con Giorgio de Chirico.
Dal 1950 la pittura di Gazzera si fa chiara, abbandona la “pittura a emulsione” e si avvale esclusivamente della pittura “oleoresinosa” e della pittura “mista”, ottenendo una materia più sottile, più luminosa, più aerata. Nascono così i famosi “fiori giganti” a seguito di un'intuizione concretizzatasi qualche anno prima, nel corso di un mitragliamento aereo, che darà vita a un invenzione del tutto inedita nella storia dell'arte e che farà di Gazzera il caposcuola della pittura neo-floreale. “Durante un'incursione aerea nella Valdinievole - racconta l'artista – mentre stavo schiacciato come un bruco nell'erba, un purpureo garofanino di campo a pochi centimetri dal mio naso mi appariva enorme, gigantesco, e le persone che fuggivano, a distanza, diventavano piccolissime. …Se sopravviverò, dipingerò fiori grandi come alberi e li chiamerò “fiori giganti” e ridurrò l'umanità alle dimensioni degli insetti…”
Dopo le esposizione del 1957 e 1959 a New York e quelle itineranti attraverso gli Stati Uniti e il Canada del 1959/60, coronate da un consenso che si ripeterà ancora con le esposizioni del 1973 a New York e a Beverly Hills, la moda del gigantismo lanciata da Gazzera fin dal 1950, ebbe un tale consenso da dilagare rapidamente in tutta Europa e in America. Dopo il successo delle mostre americane i “fiori giganti” di Gazzera vengono copiati in tutto il mondo, riprodotti su copertine di riviste, francobolli, manifesti, stoffe di moda, pubblicità televisive e cinematografiche e scenografie teatrali e compaiono perfino in certe opere di Dalì, Magritte, de Chirico. E ultimamente (2006) hanno ispirato l'opera “Fiore caduto” di Oldenburg e Van Bruggen.
Nella produzione pittorica i “fiori giganti” si trasformano, in seguito, in “fiori volanti”, enormi corolle sospese nel cielo azzurro, che, tenendo conto delle nuove dimensioni spaziali, diventano fiori cosmici e proiettano il gusto attuale verso il futuro. In seguito, i fiori di Gazzera assumono metafisicamente dei tratti umani: il corpo è umano, ma vi è un fiore al posto della testa; è il filone dei “fiori parlanti”, ove i fiori vivono una dimensione di umana sensibilità: gioiscono e soffrono come gli uomini che rappresentano.
Anche nella maturità saranno molti i viaggi a Parigi, come i lunghi periodi di soggiorno sulla Costa Azzurra, di cui Gazzera scriverà “Amo questo azzurro del mare che avvolge ogni cosa” e nel 1970, dopo aver assimilato le lezioni impressioniste e surrealiste, cominciò a dipingere tutta una serie di quadri su questo luogo mitologico.
Parallelamente al filone neo-floreale si riconoscono nell'arte di Gazzera altri temi e periodi: i “frutti all'aperto”, gli enigmatici “manichini militari” le “grandi medaglie” abbandonate su spazi irreali, le “auto d'epoca”, la “Mia Costa Azzurra” e nell'ultimo periodo romantico “gli amanti, le nuvole e le ginestre”. Non minore successo hanno i ritratti in blu e in rosa: posano per Gazzera alcuni fra i più noti personaggi come Papa Paolo VI, la principessa Carolina di Monaco, il cancelliere Ludwig Erhard, Virginia Mondadori, Giacomo Matteotti e Pininfarina, i registi Renè Clair, Cesare Zavattini e Grigorij Chukraj, il filosofo Herbert Marcuse, gli attori Danny Kaye, Paolo Stoppa.
Nell'autunno del 1975 la Città di Torino organizza in onore di Romano Gazzera un'antologica nel Foyer del Teatro Regio accolta da grandi consensi. Un successo rinnovato a Ivrea, nella “Villa Luisa”, nel novembre 1976, a Biella, alla “Galleria Leonardo da Vinci”, nel 1977, a Cuneo nel 1978 nella Chiesa di San Francesco, a Basilea nel salone “Art 9” nell'autunno dello stesso anno.
I temi più recenti, e in particolare “gli amanti, nuvole e ginestre”, ottengono un plauso unanime di pubblico e critica nei musei della Costa Azzurra: nel 1979 al “Musée du Bastion St. André” di Antibes e alla “Galerie des Peintres Européens” di Cannes, nel 1980 alla “Chapelle de Sancta Maria de Olivo” a Beaulieu-Sur-Mer e al “Chàteau-Musée de Notre-Dame des Fleurs” a Vence, nel 1981 al “Musée-Chàteau” di Saint-Paul-de-Vence e al “Palais des Congrès” di Antibes e Juan-les Pins. Un successo che, in terra di Francia, ripete quello ottenuto nel 1979 nell'esposizione promossa dalla Città di Parigi.
Da segnalare ancora l'esposizione organizzata a Torino nel 1980 dalla Regione Piemonte a “Palazzo Chiablese”, le mostre del 1982 alla “Galleria Piemonte Artistico Culturale” di Torino e alla “Galleria Sant'Andrea” di Milano, l'ultima prestigiosa personale del 1984 nei saloni di Palazzo Graneri a Torino, allestita dalla Provincia di Torino in concomitanza con i XV Stati Generali dei Comuni d'Europa.
Nel primo anniversario della morte, il Comune di Ciriè, città natale di Gazzera, la Regione Piemonte e la Provincia di Torino hanno organizzato una mostra antologica, seguita da un'altra antologica a Milano nel 1987, curata dal Comune di Milano e dalla Regione Lombardia. Altre esposizioni nel 1988 alla “Chapelle Musée de Saint-Elme” e alla “Cittadelle” di Villefranche-sur-Mer; nell'ottobre del 1988 a “Italia 2000” a Mosca; nel 1989 al “Museo of Fine Arts” di Volgograd (Russia) e, nello stesso anno, a “Villa Ormond” di Sanremo.
Nel 1990, in concomitanza con i quarant'anni dei “fiori giganti” e della quarantesima edizione del “Festival della canzone italiana” di Sanremo, il dipinto “Serenata alla camelia” è l'emblema del Festival.
Nel 1992, una personale di Gazzera è ospitata nei prestigiosi saloni dell'”Hotel Hermitage” del Principato di Monaco. Nel 1995, nel decennale della scomparsa, il Maestro è ricordato in una grande antologica alla Palazzina di Caccia di Stupinigi, organizzata dalla Regione Piemonte e a Ciriè, nel Palazzo d'Oria, per iniziativa del Comune. Nel 1997, presso il Comune del VI Arrondissement e contemporaneamente al “Musée de la Chasse et de la Nature ” a Parigi; nel 1999, al Museo delle Scienze Naturali di Torino; nel 2001 a Aix - en - Provence; nel 2002 a New York- Jatvis Convention Center- ; nel 2003 a Parigi - Carroussel du Louvre - ; nel 2005 a Ciriè - Palazzo d'Oria - le esposizioni ottengono un grande successo.
Accanto all'opera pittorica, Romano Gazzera esercita, fino dal 1945, un'intensa attività letteraria, come critico d'arte e saggista. È autore, tra l'altro, di due romanzi autobiografici, “Una vita per un fiore” (1974, Bolaffi Editore, Premio Presidenza del Consiglio) e “La rosa di Clarissa” (1990, Mediolanum Editori).

Il dipinto è in ottime condizioni.

Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.​​​​
Prezzo: 6 000 €
Artista: Romano Gazzera (1906-1985)
Epoca: XX secolo
Stile: Arte moderna
Stato: Sato molto buono

Materiale: Olio su tela
Lunghezza: 70
Altezza: 90

Riferimento (ID): 1233335
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Arte antica e moderna. Post-Impressionismo - Seconda École de Paris
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