Firmato in basso a destra
Con cornice: cm. 55 x 47 x 4
Il dipinto è in ottime condizioni
Rimaniamo a vostra disposizione per ulteriori informazioni.
Già da bambino riempie i quaderni scolastici di disegni, tant’è che la famiglia acconsente alla sua iscrizione all’Ecole des Beaux-Arts di Parigi e più tardi all’Académie Julian, dove nel 1908 conosce Lipchitz. Per completare la formazione frequenta inoltre l’Académie Ranson diretta, all’epoca, da Paul Sérusier. Nel 1911 dipinge Carton Abstrait, poi la guerra provoca una parentesi di sette anni nella sua attività. Dal 1920 al 1925 Latapie affronta un periodo di rigore e di ascesi che sarà, in questi anni, una costante della sua arte. Avvicinatosi al Cubismo già durante la formazione accademica, nel 1921 può essere considerato uno del gruppo. Nel 1922, con Jacques Villon, espone a Parigi opere cubiste e due anni dopo è alla Biennale di Venezia. Lo stesso anno entra a far parte del gruppo “Nous” insieme a Jean Dufy, Othon Friesz, Raymond Heaudebert, Irène Lagut. Con questi compagni espone al Cirque de Paris e alla galleria Povolozki; queste mostre sono seguite da una presentazione personale di opere Cubiste alla Galerie Le Licorne e alla Galerie Druet. Tra il 1923 e il 1924 torna a frequentare l’Académie Ranson, dove qualche anno prima aveva incontrato la sua futura moglie, Estelle Isch-Wall.
Negli anni venti diventa amico di Roger Bissière e Georges Braque e con loro e altri pittori tra cui Ozenfant, formerà il gruppo “Les Castors de Montsouris”.
Partecipa spesso ai Salons nella capitale: des Indépéndants nel 1920, des Tuileries e d’Automne nel 1936, ’37, ’41, ’46, ’47.
Nel 1926 lascia Parigi per Tolone dando inizio a quello che sarà chiamato “période Toulonnaise” (1926-1932), caratterizzato dalla predominanza di toni chiari e luminosi. Nei dipinti di questi anni trova spesso ispirazione nelle opere di Renoir e Bonnard.
Tra il periodo di rigore e questo secondo momento, consolida le caratteristiche di sintesi con una composizione ben strutturata e una ben calcolata effusione dei colori. Come egli stesso disse più tardi: “volevo fare un cubismo caldo, a temperatura più elevata … aggiungere al rigore della costruzione dei cubisti il lirismo che torce le forme ed esalta il colore”.
Nel 1935 comincia un periodo monumentale e nel 1936 prende in affitto un granaio a Noirmoutier per realizzare un affresco destinato alla scuola di Mantes-la-Jolie, terminato nel 1937. Nel frattempo espone alla Galerie Poyet e alla Galerie Rive Gauche di Parigi.
Due anni dopo s’installa a Chateau de Pressures e poi a Chateau de Corvol per realizzare una decorazione di 40 mq. dal titolo L’apoteosi dello sport, destinata allo stadio di Coubertin (distrutta durante la seconda guerra mondiale).
Nel 1941 entra a far parte del “Gruppo della Sala Angolare” dove trova François Desnoyer, Maurice Estève, Jean Fautrier, Bernard Lorjou, Alfred Manessier e Edouard Pignon. A Parigi, durante la guerra, la penuria di tele lo costringe a dipingere su carta, supporto che continuerà ad usare per diversi anni.
Nel 1943 comincia gli studi preparatori per la decorazione murale dell’anfiteatro della Facoltà di Lettere di Poitier. Nel frattempo intensifica le sue ricerche sull’intensità del colore e, parallelamente, il disegno diventa più energico.
Nel 1947 lascia l’atelier di Parigi per installarsi nel più antico mulino del villaggio di Seine-Port dove qui inizia il “periodo Seine-Portaise”. In questi anni predominano bagnanti, grandi nudi verticali e ritratti. Continua ad esporre nelle più famose gallerie parigine.
Tra il 1962 e il 1968 giunge ad un periodo non figurativo che contrassegna le esposizioni personali di questi anni: nel 1965, alla Galerie Simone Heller di Parigi; nel 1967 alla Galerie Françoise Tournier a Carennac e al Centro Culturale di Dammarie-les-Lys, nel 1968 alla Galerie Bénézit di Parigi.
Nel 1964 realizza un mosaico di 185 mq per il Collegio Tecnico di Laval.
Dal 1969 si trasferisce ad Avignone dove ritrova la luce chiara degli inizi e dove nel 1971, al Palais des Papes, avrà luogo una sua importante retrospettiva.
Dopo la morte sono state dedicate diverse mostre, tra le più significative: nel 1987 alla Galerie Bernard Davignon di Parigi (“Latapie: Grand Synthèse 1950-1970”); nel 1988 al Musée Rapin di Villeneuve-sur-Lot e al Musée des Augustin di Tolosa (Retrospective).
Musei:
Avignone (Musée Calvet)
Dunkerque (Musée d’Art Contemporain)
Parigi (Musée National d’Art Moderne, Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne de la Ville, Manufacture des Beaux Arts)
Poitiers (Musée Sainte Croix)
Tolosa (Musée des Augustins)
Villeneuve-sur-Lot (Musée Rapin) – Francia
Ginevra (Musée du Petit Palais) – Svizzera.