Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650) Acquaforte. “Altro diletto ch’imparar non trovo”

Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650) Acquaforte. “Altro diletto ch’imparar non trovo”
Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650) Acquaforte. “Altro diletto ch’imparar non trovo”-photo-2
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Descrizione dell’oggetto d’antiquariato :

"Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650) Acquaforte. “Altro diletto ch’imparar non trovo”"
Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650)
Acquaforte

 Firmata nel margine inferiore sinistro PL Pinxt. et Sculpt. 
Centralmente firma del editore : Vincentius Billy formis in Roma.

“Altro diletto ch’imparar non trovo”– L'artista è rappresentato come studente di cultura, che volta le spalle ai piaceri sensuali e delizie di Bacco e Priapo. Il vizio è rappresentato da satiri, Pan, Priapo e figure danzanti.
Un altro esemplare dello stesso soggetto , edizione e misure si trova al museo a Milano , nel Castello Sforzesco, proveniente dalla Collezione privata  di Riccardo Lampugnani.
Si trovano notizie su:
Bartsch Vol. XX Page. 130 III/III
Un Giovane tra virtù E Vizio
e
Bellini , Catalogo del 2011 ( induzione valore 1000 euro)

Il soggetto di questa stampa è una riflessione sul piacere intellettuale del Testa, nelle sembianze del giovane eroe nudo e puro, che impersona il pittore-filosofo descritto da Vitruvio. 

La concezione del diletto qui raffigurata riprende la teoria aristotelica per la quale l’uomo tende alla conoscenza

Il Diletto è raffigurato, in posa eroica, ai piedi della statua di Minerva, dea della sapienza, con accanto libri, un globo celeste etc

Il motto Altro Diletto ch’imparar non trovo, che si legge sullo scudo è una citazione colta dal Trionfo dell’Amore di Petrarca, tratta dall’edizione di Vitruvio.

L’ispirazione di questa scena è classica. In particolare, il giovane deriva dalla statua di Mercurio di François Duquesnoy, ed entrambe si rifanno all’Antinoo del Belvedere.

Circa 1644

Stato: terzo stato su tre (secondo Bellini) Specifiche: con l'aggiunta dell'indirizzo di V. Billy

Misure della parte incisa
mm387 x 520
Impronta mm394 x 525
Foglio mm 420 x 567

Carta con filigrana 

Ampi margini, lieve traccia di piega centrale verticale e di altra trasversale con evidenza solamente al verso. Minime fioriture altrimenti stato di conservazione ottimo.

Pietro Testa, detto il Lucchesino, arrivato a Roma nel 1629, fu probabilmente dapprima a scuola presso il Domenichino, poi presso la bottega di Pietro da Cortona, suo vero maestro. Ma il Cortona fu costretto a cacciarlo dalla sua scuola per l’atteggiamento di sprezzante superiorità assunta dall’allievo .

Il Testa frequentò allora la casa del suo primo mecenate, il celebre collezionista Cassiano del Pozzo, per il quale eseguì disegni dall’antico. Fu probabilmente nella sua casa che conobbe il pittore Nicolas Poussin, che influenzerà profondamente la sua arte.

Resta comunque il fatto che le sue incisioni (che ammontano a 40 tavole circa) furono considerate fin dall’antichità, a partire dal Sandrart e dal Baldinucci, le opere grafiche più importanti del '600 italiano.
Prezzo: 600 €
credit
Artista: Pietro Testa
Epoca: Prima del XVI secolo
Stile: Roma e la Grecia antica
Stato: En l'etat

Materiale: Carta
Larghezza: 57cm
Altezza: 42cm

Riferimento (ID): 1158188
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"Incisioni E Stampe, Roma e la Grecia antica"

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Pietro Testa (Lucca, 1611 - Roma, 1650) Acquaforte. “Altro diletto ch’imparar non trovo”
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