"Ritratto di gentiluomo con lettera"
cm 105 x 79
entro cornice coeva
Provenienza:
collezione aristocratica europea;
Ringraziamo Massimo Pulini per aver confermato l'attribuzione dopo aver esaminato il presente dipinto in originale.
Ringraziamo anche Angela Ghirardi per aver confermato autonomamente l'attribuzione del presente dipinto sulla base di una fotografia. .
Il dipinto mostra un uomo in piedi, che tiene una lettera nella mano sinistra; è raffigurato quasi come se si fosse appena alzato per ricevere un ospite, la sua mano destra stringe ancora il bracciolo della sedia. I suoi vestiti sono bordati di nero sulle maniche, sulle spalle e lungo la lunga fila di bottoni sul davanti di tessuto scuro che riflette la luce come se fosse di seta o di raffinato raso. Cade liberamente in pieghe striate che si dividono leggermente sul davanti. Contro il colore scuro di queste vesti e dello sfondo, il bianco dei polsini e della gorgiera risalta per incorniciare i caldi toni della carne delle mani e del viso del soggetto.
I lineamenti del modello sono riflessivi e intensi, ma anche neutri. La sua fronte non è solcata e le rughe che segnano il suo viso sono solo le tracce del tempo sulla sua pelle. La sua testa è leggermente girata a sinistra, per favorire una visione ben illuminata di tre quarti del volto. Questo ritratto appare sincero e senza enfasi o apparenti intenti celebrativi: si concentra su una resa realistica dell'aspetto del soggetto, la sua testa grigia e barbuta, e dimostra la notevole abilità dell'artista.
Angelo Bianchini del 1657), purtroppo né il soggetto, né l'artista della presente opera sono specificati. Finora non è stato possibile risalire alle date di nascita di Niccolò o del suo discendente Carlo Antonio Bianchini e l'identità del soggetto nel presente ritratto rimane poco chiara.
Bartolomeo Passerotti fu uno dei ritrattisti più importanti e conosciuti del Cinquecento ed è noto che fu molto apprezzato dai suoi contemporanei, come Tiziano, oltre che dai maggiori artisti delle generazioni successive, tra cui Guido Reni.
Dipinti del Passerotti che reggono il confronto con la presente opera, in cui la posa e la quieta vena espressiva dell'introspezione si ritrovano anche nel celebre Ritratto di Sertorio Sertori conservato alla Galleria Estense di Modena.