La sua carriera artistica inizia con l'adesione alla scuola dei postmacchiaioli di cui fu un interessante esponente[5] in seguito adottò nelle sue opere i principi del movimento dei divisionisti con ben riuscite prove 'Andando in fabbrica[6]', 'Ritorno all'ovile'[7] e 'Sinfonia del mare'[8]. Ma anche 'Verso la luce' (1913), 'Venere' (1913), 'Fondale marino' (1915). Ispirandosi a Grubicy e Nomellini e per 'Verso la luce' al belga Emile Claus. Ne' è da trascurarsi in alcuni suoi dipinti la fase più drammatica del simbolismo romitiano, quella cioè delle marine di sapore boeckliniano con 'Sinfonia del mare[9]'(1927) e sempre in questi anni due vicini alla pittura del maestro Grubicy 'Tramonto' e 'Plenilunio'.[10]
In realtà nella sua vita Gino Romiti si muoverà tra le correnti dell'epoca creando infine verso gli anni Trenta uno stile personale fatto di atmosfere distese e di accostamenti cromatici mai eccessivi con una precisa trama pittorica non dimenticando l'impostazione postmacchiaiola e le vibrazioni del colore divisionista. Il suo repertorio tematico è costituito prevalentemente da soggetti ispirati alle pinete e alle tamerici dell'Ardenza, a giardini, strade di campagna e marine livornesi, in cui sono magistrali i vari riflessi di luce sulla superficie dell'acqua, e rappresentano la parte più grande della sua produzione.
L'interesse per il mare lo porta a realizzare, già da giovane, opere dedicate, alcune con anticipazioni Futuristiche ( prefuturismo) con il capolavoro 'I giardini del mare' (1914) e 'Sinfonia del mare'[11](1909) che guarda al dipinto "Agave sul mare' di Giacomo Balla (1908).[12]
IL DIPINTO IN QUESTIONE RAFFIGURA UNA TIPICA MARINA LIVORNESE "ANTIGNANO" DIPINTO NEL 1962.
OPERA CON ETICHETTA ORIGINALE DELLA GALLERIA D'ARTE ATHENA DI LIVORNO.